jueves, 7 de abril de 2011

Favola della creazione dell'acqua piovana


Favola della creazione dell’acqua piovana

Un giorno in cui tutto era secco e il sole spaccava le pietre, Dio pensò:

- Manca qualcosa. Che cosa sarà? Il sole c’è già, la luna mi tocca domani, oggi è venerdì, devo fare qualcosa e non so cosa sia.

Un calabrone gli ronzava vicino: zzz zzz zzz!

- Che sia il miele?

- Prima di tutto non è un’ape, ma un calabrone e, secondo, il miele è già stato creato.

- Che sia la polvere?

- No, è già stata creata.

- Che sia la Mia Impronta.

- Sì, è la Tua Impronta Divina.

- Impronta Divina? Si fa presto a dirlo. Qua si inventa ogni giorno qualcosa. Impronta Divina, e cos’è?

- Un segno perenne di amore.

- Un segno perenne di amore. Belle parole, ma traducile in fatti concreti, contanti e sonanti. L’impronta del Piede Divino in segno perenne di amore; come dire: fa tutto Tu che io lancio idee. Dunque: impronta d’amore. Che cos’è che rappresenta l’amore?

- L’acqua, portatrice di vita.

- Andate sempre avanti a frasi fatte: acqua portatrice di vita. Intanto la Vita sono Io e Io non porto nessuno, che ognuno si porti da sé, che ho dato a ciascuno la vita e le gambe per camminare. Dunque dicevo: datrice di vita: questa è la parola: non, portatrice di vita. DATRICE! Avete capito? Il mare ne è pieno, l’ho appena creato. Datrice di vita vuol dire che dona dall’alto e dal basso in alto. Ci sono, è la pioggia!

- La che?

- La pioggia: acqua che cammina-datrice-di-vita: una sola parola: pioggia, perbacco! Come non ci avevo pensato? Bella come invenzione! L’acqua che cammina-portatrice-datrice-di-vita. Che scende e che sale, che va su e va giù.

Bello! Come mi piace!

E zicchete zacchete! In un lampo fece la pioggia: l’acqua piovana datrice di vita che va su e va giù e non si ferma mai, poi un imprevisto, sono stati i monsoni, ma questa è una lunga storia dell’India ed è un capitolo a parte.

- Hai capito come è nata l’acqua piovana?

- Sì.

Domani tocca l’Aurora.Ti spiegherò come è nata l’Aurora. Un po' misteriosa ‘sta Aurora. Si fa poco vedere ed è bella. Sua sorella, l’Alba, è ancora più pallida, ma è schiva anche lei. Domani tocca spiegare l’Aurora, e l’Alba mercoledì.

È già tardi. Va a dormire. È l’ora del sonno. A domani. Io veglio.