martes, 12 de abril de 2011

Favola della creazione dell'Amore


Favola della creazione dell’Amore

Discendendo dalle stelle, l’Uomo si rese conto che non valeva la pena unirsi agli animali che abitavano la Terra ed emigrò su un lontano pianeta. Ma gli animali, che abitavano la Terra e lo avevano visto, dissero:

- Bello!

Effettivamente l’Uomo era bello, bellissimo, bellissimissimo.

- Anch’io voglio.

E l’animale si diede da fare, si depilò le ascelle e le zampe e le orecchie, si lavò i denti, incominciò a usare le scarpe, si tinse i capelli di color biondo cenere, si alzò i tacchi, faceva ginnastica, divenne vegetariano, imparò a parlare, a cantare, a ridere, ballare, scherzare.

- Che bello! Sono un uomo!

- Eh no!

Una voce sconosciuta, lontana, ma percettibile disse:

- Eh no! L’uomo è ben altra cosa: ama, comprende, perdona, aiuta, porta sollievo, conforta.

- E cos’è?

- Cosa cos’è?

- Ama, comprende, perdona e le altre cose, cos’è?

- Come, cos’è? Non sai cos’è l’amore, il perdono, il conforto, l’aiuto?

- No, ma io ballo, scherzo, rido, faccio l’amore.

- Ma no, ma no, ma no. Ma no! L’Amore, non il sesso!

- Beh, guarda che nessuno ce l’ha detto.

- Ma come nessuno ve l’ha detto? L’avete guardato negli occhi, avete osservato le Sue Mani, avete sentito la Voce?

- Sí, mi sembra di sí.

- I Suoi occhi sono solo Amore, la Sua voce è solo Amore, le Sue mani sono solo Amore. Lui è Amore.

- A dir la verità, io questo Amore non l’ho mica visto. Ho visto che era bello, forse anche buono, ma in così poco tempo non si può mica vedere tutto!

- Poco tempo 33 anni?

- Eh sì.

- Senti, uomo, Io te Lo rimando, ma tra poco, cerca intanto di scoprire da solo cos’è l’Amore.

E se ne andò.

E l’uomo da allora, 300.000 milioni di miliardi di anni fa, incespica, cade, azzanna, morde, rosicchia, uccide, ruba, viola, maledice e oscura di nuvole il cielo, alla ricerca di quell’Amore che non ha mai saputo vedere.

Semplicemente l’uomo non ha riconosciuto la sua origine. Caduto, precipitato qui sulla Terra, dimentico della sua origine, ha brancolato nel buio e, scavando la terra con le sue mani, non ha visto al suo lato lo Spirito e si è affannato cieco, sordo e muto a scavare solchi qui sulla Terra, quando i solchi scavati erano dentro di sé a germinare il Seme Divino. E, affondato sempre di piú nella Terra, ha perduto la percezione (olfatto) divina, e cosí per anni e per anni fino alla fine.

Come schiavo a se stesso legato alle proprie catene, ha trascinato per anni (millenni) se stesso qui sulla Terra, cieco, curvo, sotto un peso inesistente che lui credeva condanna divina ed era suo frutto: frutto della sua mente.